Rimasti gli ultimi abitanti di un borgo sul mare che si ripopola solo d’estate, un’anziana vedova e un amico pescatore vivono nella speranza che l’inverno non finisca.
Mario Piredda è giovane regista, di origine sarda e bolognese d’adozione, che con “A casa mia” ha realizzato un’opera di rara delicatezza: una storia che racconta della ricerca di felicità e di un sentimento di speranza destinato ad alimentarsi nel tempo, nonostante le circostanze avverse.
In onore alla propria terra, Piredda ha girato il cortometraggio interamente in Sardegna e in lingua sarda, dirigendo in modo magistrale due volti che incarnano la ruvidezza e la profondità dell’Isola e dei temi trattati: Giusi Merli (già ne “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino) e Giulio Pau. Lo spopolamento e la perdita di autenticità del territorio sardo e delle sue tradizioni, la solitudine degli anziani e il disagio delle nuove generazioni si traspongono in un paesaggio invernale struggente – molto distante dalle immagini e dai contenuti patinati dei tabloid estivi e dei dépliant turistici.
Il corto è stato realizzato da una compagine produttiva interamente di Bologna: Articolture, in coproduzione con Combo e in collaborazione con Manufactory Productions, anche grazie al sostegno alla produzione del Ministero dei Beni e Attività Culturali e Turismo-Direzione Cinema e della Regione Sardegna, con il supporto di Sardinia Ferries. Il cortometraggio sarà distribuito da Elefant Distribution.
Nel febbraio 2016 “A casa mia” vince il David di Donatello come Miglior Film di Cortometraggio.
ANNO
2016
COSA
Opera prima di Mario Piredda
STATO
In distribuzione